sabato 10 dicembre 2011

Se la Silicon Valley è a Casteddu

Net Value è una sorta di Silicon Valley sarda concentrata all' ultimo piano di un palazzo di via Sassari a Cagliari. Una digital nursery che si occupa di accogliere le aziende in fasce e di fornire quelle cure di cui ogni start-up ha bisogno per evitare gli errori che si commettono nei primi due anni di vita. La struttura è nata nel 2009 da un' idea di Mario Mariani e nel corso di due anni ha già visto passare all'interno dei suoi uffici una ventina di aziende – come Paperlit, ora leader in Italia nel campo dello sviluppo di applicazioni dei giornali per smartphone e tablet. Mariani ha una esperienza lunghissima nel campo dell'innovazione digitale. Ha avuto l'opportunità di vivere dall’interno tutte le fasi più esaltanti della sfida sarda al Web, con la start-up di Video On Line di Nicola Grauso e quella di Tiscali, di cui è diventato amministratore delegato nel 2006. Dopo aver lasciato l'azienda di Renato Soru ha deciso di mettere al servizio di nuove realtà imprenditoriali le competenze accumulate nel corso degli anni.

Un po' come accade nella Silicon Valley, dove è pratica diffusa che imprenditori creino strutture di questo tipo per dare una mano ai giovani con le loro start-up. Funziona così: spesso ragazzi di talento hanno voglia di mettersi in gioco con un'idea brillante,manon hanno le competenze necessarie per gestire un'azienda. Strutture come Net Value intervengono in due direzioni: investono dei soldi ma soprattutto mettono a disposizione il know-how manageriale, commerciale e di marketing che serve per avviare iniziative simili. «Un'azienda di incubazione », spiega Mariani, «che ho aperto qui anche perché la Sardegna è un distretto importante per la Rete, una delle aree più vitali in Italia». Si è creato, negli anni, un bell’ecosistema ricco di competenze diffuse che hanno solo bisogno del classico fiuto per gli affari per essere messe a frutto.

Mariani spiega come le start-up abbiano un tasso di mortalità altissimo. Su dieci aziende, in genere, sette chiudono, due raggiungono una soglia rispettabile da dieci dipendenti, un'altra supera la fase di nanismoed esplode a livello internazionale. È a quel punto che si decide se intervenire con capitali di rischio per accompagnarne l'espansione. Statistiche che potrebbero scoraggiare, ma la cosa fondamentale, dice, è provarci, mettendo in conto anche la possibilità di qualche fallimento. «In America c’è la cultura del pionierismo e del fallimento, una forte attitudine al rischio. Se un progetto non funziona ne fai un altro», dice Mariani. «In Sardegna se fallisci passi per sfigato. Quello che consiglio ai giovani è sempre questo: piuttosto che deprimerti perché non c’è lavoro, fai la tua azienda, provaci. Poi la nostra economia è drogata da finanziamenti pubblici, peraltro erogati in maniera sbagliata. Molti imprenditori sono prenditori il cui fatturato non viene dal mercato ma dai soldi pubblici, quindi dalla politica. Inoltre si pensa troppo al mercato locale, senza cercare di allargare i propri orizzonti». (a.tramonte@sardegna24.net)

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