domenica 29 maggio 2011

Sam Lipsyte, Chiedi e ti sarà tolto (Minimum Fax)

“Cioè, voglio dire, se fossi il protagonista di un libro o di un film, sarebbe difficile che piacessi, o che uno volesse identificarsi con me, giusto?”. “Io non leggerei mai un libro del genere, Milo. Non mi viene in mente nessuno che lo farebbe. Non c’è nessun motivo per farlo”. “Ah”. Ironia meta-narrativa a parte, la cattiveria di questo dialogo è una buona chiave d’accesso per iniziare ad accostarsi alla personalità di Milo Burke, protagonista del romanzo di Sam Lipsyte – scrittore quarantatreenne newyorkese, docente di scrittura creativa alla Columbia University - segnalato da giornali come il New York Times e il New Yorker come uno dei migliori libri usciti negli States l’anno scorso. Il romanzo è stato pubblicato in Italia da Minumum Fax, col titolo di “Chiedi e ti sarà tolto” (l’originale è The Ask, 371 pp, euro 16,50) e si fa segnalare perché è un’opera notevole: dominata, insieme, dallo humour corrosivo dell’autore e da un’amarezza profonda, è una satira implacabile sull’America della crisi del “tardo-capitalismo” (“stanno tutti precipitando nello stesso imbuto storico e sociale”) e la storia tragicomica dei numerosi fallimenti del protagonista e della crisi che ne consegue. Dicevamo di Milo, appunto. È un vinto. Un uomo che non riesce a ottenere il rispetto degli altri. “All’apparenza una brava persona, un marito calvo, un padre panciuto”. Pittore fallito, è diventato negli anni un adulto gonfio di una disistima di sé che condiziona il suo approccio con la famiglia, il lavoro, i colleghi. Lavora come fundraiser per una università newyorkese – la “Mediocre” l’hanno ribattezzata lui e lo stagista Horace – cercando di ottenere finanziamenti dai genitori degli studenti ricchi. Al lavoro Milo non è granché: “una di quelle sviste viventi che a volte si trovano negli uffici, una presenza non spiacevole ma in gran parte improduttiva, che si adeguava alle correnti di energia altrui, il promemoria ambulante di un errore di valutazione commesso da chissà chi”. Viene licenziato, e questo scatena nella sua vita una crisi profonda che in fondo non aspettava altro che un innesco per esplodere. A questo bisogna aggiungere che è un po’ alcolista, padre di un bambino petulante, marito di una donna insoddisfatta con cui non fa sesso (lui risolve con film tipo “Badanti zoccole”) e che ovviamente lo tradisce con un uomo, presunto gay che il figlio di Milo adora. La crisi si aggrava quando un vecchio amico del college, il milionario Purdy (“un ragazzo che si era fatto da sé con un po’ dei soldi di suo padre”), un personaggio bizzarro che soffre d’insonnia e si droga con caramelle gommose, gli promette di fargli ottenere di nuovo il suo posto di lavoro in cambio di alcune “missioni” che riguardano degli aspetti nascosti della sua biografia. Da qui visiteremo una galleria di personaggi grotteschi ed esasperati ma affatto bidimensionali: una madre settantenne lesbica rinata dopo la morte del marito, un veterano di guerra tossico con le gambe in titanio, un vecchio amico sex addicted, pedagoghi sperimentali di asili nido a basso costo… (uscito oggi nell’unione sarda)

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