martedì 24 agosto 2010

Intervista ai Marta Sui Tubi
















Certo i Marta sui Tubi non sono esattamente una band in grado di stare ferma a lungo. Lo testimoniano le oltre 100 date del tour Sushi & coca seguito all'uscita dell'ultimo disco omonimo sul finire del 2008, che culminerà con una tappa anche in Sardegna nell'ambito del Sarroch Summer Grooves organizzato dalla cooperativa Vox Day, in programma questo giovedì a Villa Siotto a Sarroch (in apertura: Vanvera). Lo testimonia anche il fatto che quest'anno la band abbia sentito l'esigenza di “spezzare l'astinenza da canzone nuova” - nelle parole di Giovanni Gulino, cantante dei Marta – e uscire fuori con un nuovo singolo che fa da antipasto al nuovo disco, che ancora non ha una data di uscita ma di cui sono stati registrati finora una decina di pezzi (e quattro o cinque già vengono presentati dal vivo). Il brano si intitola Senza rete, è uscito solo sul web – si può acquistare su iTunes e vari store online – e da quel brano è stato ricavato anche un videoclip girato da Ence Fedele e Corrado Lorenzo Vasquez disponibile, ovviamente, anche su YouTube. “Questa è una canzone molto fresca, disimpegnata, pop, musicalmente molto Marta Sui Tubi ma più spensierata a livello lirico”, racconta Giovanni. “Ci sembrava perfetta per farne una canzoncina estiva, tranquilla, che ci rappresentasse senza impegnare la mente in pensieri troppo complicati”. È un brano che accentua il lato ritmico della band siciliana ma conserva dentro di sé le tracce di quello che è diventato il “brand” dei Marta Sui Tubi: un approccio molto raffinato e complesso agli arrangiamenti e alle strutture della canzone (per certi versi quasi “prog”, e non sembri una parolaccia) mediato con un impatto rock che viene esaltato soprattutto dal vivo. Dagli esordi come duo quasi solo voce e chitarra (quella di Carmelo Pipitone) all'ingresso della batteria di Ivan Paolini, fino alle new enty di Paolo Pischedda (tastierista sardo) e del nuovo violoncellista Mattia Boschi, il lavoro della band ha sempre mantenuto i suoi caratteri originali cercando però nuove soluzioni, senza correre il rischio di ripetersi. “La vena compositiva è sempre la nostra, ma col passare del tempo il suono si inspessisce e si struttura in modo diverso”, dice Giovanni. “Ci annoiamo quando sentiamo la musica in quattro quarti, semplice semplice. C'è sempre qualcosa di già sentito. La nostra idea è quella di fare cose diverse, che rimangano. Non vogliamo fare dischi meteora cavalcando i trend del momento. E non abbiamo paura di spiazzare l'ascoltatore con momenti più stranianti”. Del resto questa attitudine dei Marta Sui Tubi è sempre stata ben presente nel lavoro della band. Quasi un'istanza etica, se vogliamo, che si nutre del rispetto dell'ascoltatore e del vivere la musica quasi “come una missione”. Non è un caso che la band abbia sempre rifiutato, finora, i corteggiamenti di etichette major, mantenendo il controllo sulla propria musica e sul proprio processo creativo attraverso la creazione di una etichetta personale, la Tamburi Usati. “In passato abbiamo firmato contratti da cui siamo usciti con la forza, non amavamo le pressioni e volevamo fare le cose che piacciono a noi, coi nostri tempi, senza avere gente intorno che guadagna soldi da noi senza fare nulla”, spiega il cantante della band. “Se ci fosse una label che investe dei bei soldini e che ci garantisce la libertà artistica, allora saremmo contenti. Ma ora ci piace così. Abbiamo tutto quello che ci serve per fare i dischi”. E a proposito di dischi, cresce anche la curiosità verso il nuovo album, il quinto di una carriera che finora ne ha consolidato la statura di una tra le migliori band del circuito indipendente uscite fuori negli anni zero. “Stiamo viaggiando su tipi di sonorità nuovi, non so nemmeno se “Senza rete” alla fine uscirà nel disco”, racconta Giovanni. “Di sicuro l'atmosfera dell'album sarà più cupa. Ci sono dei momenti di pazzia e altri più profondi e introspettivi”. Andrea Tramonte, Unione Sarda

Nessun commento: